Valle Adamé

Ritratto di francorino
francorino
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Quota di partenza: 
1 170 m
Quota di arrivo: 
2 350 m
Dislivello: 
1 180 m
Tempo di salita o complessivo*: 
6h30'
Tempo di discesa: 
6h00'

Introduzione

Escursione “flessibile” nel senso che va considerata completa e gratificante anche se limitata al tratto fino al rifugio Lissone. Per raggiungere la vedretta della valle Adamè occorre un buon allenamento ed una buona assuefazione a camminare con le racchette ai piedi. I tempi di percorrenza sono indicativi; se si transita per primi dopo una nevicata i tempi indicati vanno aumentati almeno del 50%; in presenza di neve primaverile assestata può essere necessario calzare le racchette anche solo al ritorno, in questo caso si impiega sensibilmente di meno. Dal rifugio in poi, data la poca frequentazione della valle, va considerato che di norma il percorso sarà “vergine”, inoltre data la quota elevata i percorsi, anche marcati, in pochi giorni il vento li cancella.

Descrizione

Nel periodo consigliato per l'escursione l'innevamento può iniziare subito dalla Rasega oppure più avanti; le racchette verranno calzate all'occorrenza. Naturalmente non è opportuno intraprendere l'escursione in presenza di pericolo valanghe. Dalla Rasega, si segue la strada carrabile, che di norma non sarà sgombra dalla neve; Il tratto iniziale, dopo i primi due tornanti, ed il tratto finale, dopo la Santella, può essere percorso anche su sentiero alternativo (poco segnalato).
Inizialmente il sentiero si trova sulla sinistra, transita a ridosso della montagna e sbuca sulla strada in corrispondenza del rifugio "Stella Alpina" ( bar pizzeria in località "Le Crüste": è un fabbricato caratteristico per le sue decorazioni "näif" e per le stelle alpine in rilievo sui muri in granito).
Proseguiamo di nuovo sulla carrabile, transitiamo presso la malga "Le Crüste"; successivamente si raggiunge la località "Morcc de Töle" dove c'è una Santella che ricorda un tragico avvenimento dei primi dell'ottocento: una slavina investì ed uccise un numeroso gruppo di giovanissimi che si recavano “per isiga" (a raccogliere l'erba – festuca – sui poggi, anche in posti molto ripidi, che serviva, come succedaneo del fieno, ad alimentare i bovini.
Immediatamente a monte (visibile per la staccionata di protezione ora in opera) è rimasta la testimonianza di un forno per la fabbricazione della calce viva: la zona è caratterizzata dalla presenza di rocce calcaree e rientra in quella fascia che dalla Concarena, attraverso il Colombé, ed il Lincino si estende dalla media Valle Camonica fino al Baitone.
Questo forno è ancora conservato integro in quanto venne utilizzato anche in tempi relativamente molto recenti (anni quaranta del ‘900, durante la guerra).
Si prosegue così fino alla malga Lincino, dove in corrispondenza del tornante vicino alle baite si abbandona la strada per proseguire sulla destra lungo il sentiero segnalato [15] detto la "müla"; in un'ora e mezza circa si arriva alla sommità del gradone glaciale, dove si interseca un sentiero pianeggiante.
Immediatamente dopo l'incrocio col sentiero in salita, andando a destra, si trova un cippo a ricordo di quattro ragazzi rimasti vittime di una slavina sul canalino del Castellaccio, poco più avanti siamo in Adamé, ecco le opere idrauliche di captazione ed il rifugio Lissone.
Proseguiamo sul sentiero lasciando il torrente alla nostra destra, ora siamo sul sentiero [1], fino alla malga è praticamente pianeggiante, poi sale per superare un lieve gradino glaciale.
Dopo il primo gradino, segue un secondo, quindi si arriva ad una nuova zona pianeggiante, questa volta molto più estesa.
A questo punto risulta visibile la Baita Adamè, in fondo, dove la valle piega sulla nostra sinistra. Si vedono, a sinistra, le due "casine di mezzo" e a destra la Baita Adamè del CAI Cedegolo.
Raggiunta la baita Adamè scegliamo di percorrere il sentiero [30] e quindi ci spostiamo sulla sinistra orografica della valle, attraverso il ponticello che si trova poco dopo la baita. Dopo il ponte si prosegue sempre lungo la valle, in sponda sinistra orografica; si supera il bivio per il passo di porta Buciaga, che è poco a monte del ponticello, alla nostra destra; si transita nei pressi della santella Mario Nolaschi, quindi di fronte al "Qual del Manzuler", dove c'è, (sulla destra orografica del torrente) il bivio per il passo Poia (sentiero [1]) e inizia il sentiero [29]; si sale il gradone glaciale e quindi si attraversa, sempre stando in sinistra orografica tutta la piana alluvionale.
A questo punto ci appare in tutta la sua imponenza la testata della valle Adamé!
In questa zona i due sentieri, il [29] e il [30] si avvicinano per cui, passare dall'uno all'altro è facile, basta attraversare il torrente. Si può quindi rientrare, fino alla Baita Adamé, nella sponda opposta all'andata.

Autore

  • Consulta tutte le relazioni di escursionismo con racchette da neve di Franco Pelosato
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